Rai 6 novembre 2024
«Abbiamo bisogno di una legge nuova, forte, sulla governance del servizio pubblico per dare fiato alla libertà di informazione nella Rai, ma c’è un’altra questione, quella della legge sulla stampa che è del 1948 mentre la legge dell’Ordine è del 1963; adesso poi ci troviamo in mezzo a questa enorme invasione di Ott e di intelligenza artificiale e non abbiamo gli strumenti per contrastarla». Intervenendo alla prima giornata degli Stati generali del servizio pubblico, mercoledì 6 novembre 2024, in Senato, la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante prova ad alzare lo sguardo e ad ampliare l’orizzonte puntando sulla necessità di una riforma complessiva del quadro normativo del settore dei media.
«Gli strumenti – dice Costante – il Media freedom Act ce li dà, ma bisogna vedere se sono incisivi perché servono per chiedere agli Over the top di pagare i contenuti che utilizzano; senza non possiamo chiedere alle società che addestrano l’intelligenza artificiale di pagare i contenuti che i giornalisti producono e con i quali, ad esempio, Open Ai addestrerà la propria IA. E gli editori italiani su questo sono divisi». Il che incide anche sulla Rai perché, dice la segretaria della Fnsi, «è tutto un grande volano: se gli editori perdono terreno e non hanno risorse per una informazione di qualità, per un giornalismo alto, questo si ripercuote sull’industria televisiva, anche sulla Rai».
Il nodo sono ancora una volta le risorse. «L’articolo 21 è un bellissimo articolo della Costituzione – ricorda – ci dice che l’informazione è un bene di rilevanza costituzionale. Possiamo lasciare l’informazione al libero mercato? Possiamo pensare ci sia una discussione annuale sulle risorse che la Rai ha a disposizione, sulle risorse per i media tradizionali che poi si traducono in perdita di posti di lavoro perché va a tutto a finire sui prepensionamenti?». Non solo. «L’altro grande tema è la pubblicità: il tetto pubblicitario va rivisto sennò muore l’informazione sul territorio» sottolinea Costante.
Presenti, fra gli altri, alla prima giornata degli Stati generali del servizio pubblico, organizzati su impulso della presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, anche i vertici di viale Mazzini, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini, il presidente di Agcom Giacomo Lasorella, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli.
Ad aprire l’evento, tenuto a battesimo da Geppi Cucciari, un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel quale il capo dello Stato si sofferma sul «dovere» del servizio pubblico «di proporsi come strumento che ritrae e interpreta criticamente la complessità della realtà autentica, essenziale per percorsi di partecipazione democratica». E, ricordando anche il Media freedom act, richiama la «responsabilità» dei media di Stato nei confronti dei cittadini, «per essere cornice di libertà e spazio di inclusione, dove originalità, professionalità, innovazione, pluralismo e non spartizione possano continuare a dispiegarsi senza abusi».