Vita associativa 14 maggio 2019
«Gli Stati generali dell’editoria siano l’occasione per una vera riforma del settore e delle leggi di sistema, non una resa dei conti. Le premesse non sono incoraggianti, ma noi ribadiremo nel confronto con il sottosegretario Crimi e con l’esecutivo i temi che riteniamo imprescindibili: buona occupazione, abolizione del carcere per i giornalisti, strumenti di contrasto alle querele temerarie, tutela delle fonti e del segreto professionale, applicazione della direttiva europea sul copyright». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, aprendo i lavori dell’assemblea convocata al cinema teatro Adriano di Roma per raccogliere ed elaborare le proposte che la Fnsi porterà agli Stati generali promossi dal governo.
Alla luce degli interventi, si legge nel documento approvato all’unanimità a conclusione dei lavori, l’assemblea «condivide le preoccupazioni dei colleghi per i continui attacchi subiti dall’informazione: i tagli dei contributi pubblici – a partire da Radio Radicale, il Manifesto, Avvenire, i giornali diocesani e in cooperativa – volti a scardinare i principi sanciti dalla Costituzione per il diritto dei cittadini ad essere informati; i bavagli che vengono posti attraverso le minacce ai cronisti; le querele temerarie e, ancora oggi, il carcere per i giornalisti previsto in caso di condanna per diffamazione; l’umiliazione del lavoro autonomo».
L’assemblea, prosegue il documento, «raccoglie la sfida del governo per gli Stati generali dell’editoria, che devono costituire un’occasione per il rilancio dell’occupazione e complessivamente di un settore fondamentale per la tenuta democratica del Paese», ritiene «indispensabile un’azione del governo nei confronti degli “over the top” che prosperano aumentando il loro fatturato anche attraverso lo sfruttamento del lavoro dei giornalisti italiani» e chiede, infine, «al governo e alle forze politiche rappresentante in Parlamento di recepire al più presto la direttiva sul diritto d’autore».
Per ottenere questi obiettivi, concludono i giornalisti, l’assemblea «metterà in campo tutte le più efficaci forme di lotta, compreso lo sciopero, assegnando alla segreteria e alla giunta della Fnsi il compito di determinare tempi e modi di attuazione».
Presenti ai lavori, fra gli altri, anche il direttore Alessio Falconio e il Comitato di redazione di Radio Radicale; i giornalisti del Manifesto, di Avvenire, del Messaggero di Sant’Antonio e di altre testate colpite dai tagli all’editoria; la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni; il presidente del Fondo di previdenza complementare, Enrico Castelli; il segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Guido D’Ubaldo; la presidente dell’Odg Lazio, Paola Spadari; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; il presidente dell’Ungp, Guido Bossa; il segretario nazionale dell’Ucsi, Maurizio Di Schino; Vincenzo Vita dell’associazione Articolo21; rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, delle associazioni di stampa e degli ordini regionali, dei piccoli editori.