Giornalisti minacciati 22 settembre 2022
Dal Ministro della giustizia Marta Cartabia al regista Marco Risi, al segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, dall’ex calciatore del Napoli Ciro Ferrara all’attore Alessandro Siani. Ci sono le testimonianze di numerosi personaggi della cultura, dello sport, dello spettacolo, della magistratura, del giornalismo e della società civile nel nuovo volume, “Il mio Siani”, che il quotidiano “Il Mattino” darà in omaggio ai suoi lettori venerdì 23 settembre 2022 per ricordare Giancarlo Siani nel 37esimo anniversario della sua morte per mano della camorra. Anche il Sindacato dei giornalisti ha deciso di contribuire, come già è successo l’anno scorso, a questa pubblicazione.
La presentazione del volume si è svolta stamane nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa, sede dal 2003 della prima Scuola di Giornalismo del Mezzogiorno peninsulare con un’aula intitolata nel 2008 proprio a Giancarlo Siani. Per discutere dei temi del libro c’erano il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, il direttore de “Il Mattino”, Francesco De Core, il presidente della Fondazione Pol.i.s, Don Tonino Palmese, il curatore del volume “Il mio Siani”, Pietro Perone e il presidente della Fondazione Giancarlo Siani, Gianmario Siani. Nel corso dell’incontro ci sono state anche le testimonianze di due degli oltre duecento allievi della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa” (Ciro Cuozzo de “Il Riformista” e Gennaro Di Biase de “Il Mattino”) che negli ultimi vent’anni hanno seguito la ‘lezione’ sempre viva del pensiero e dell’azione professionale di Giancarlo Siani (“essere giornalista è sentire l’ingiustizia del mondo sulla propria pelle, è schierarsi dalla parte della verità, è denuncia, è ricerca, è curiosità, è approfondimento”).
“Nelle aule del Suor Orsola, non solo in quella a lui dedicata da quasi tre lustri, la memoria degli insegnamenti di Giancarlo Siani è quanto mai viva – ha sottolineato il Rettore Lucio d’Alessandro – ed è tenuta costantemente in vita dalle lezioni dei tanti “giornalisti giornalisti”, come li avrebbe definiti lui, che da vent’anni guidano il percorso formativo biennale dei nostri giovani praticanti con una specifica vocazione al giornalismo d’inchiesta”.
“Il mio Siani” – Dal taccuino alla Mehari: le immagini indelebili del “giornalista giornalista” che ancora ‘vive’ in redazione
“Giancarlo Siani era una stella rara di quelle che alla luce del
sole non scompaiono ma anzi sono luce pura. La sua onestà è la
bandiera che sventola ancora forte nel vento della libertà.
Un esempio che ha influenzato tanti ragazzi. Ed anch’io, che all’anagrafe mi chiamo Alessandro Esposito, nel suo cognome, diventato il mio nome d’arte, ho ritrovato una strada un percorso che mi ha cambiato. Perché in fondo a tutti noi è ancora forte la voglia di brillare”. La sintesi dell’intervento dell’attore e regista Alessandro Siani rappresenta il senso e l’obiettivo del nuovo volume de “Il Mattino” dedicato a Giancarlo Siani: raccontare quanto il suo martirio sia stato fecondo esempio per generazioni di giovani, non solo giornalisti.
Del resto, come scrive nel libro Armando D’Alterio, pubblico ministero del processo di primo grado ai killer e ai mandanti dell’omicidio di Giancarlo Siani ed oggi procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, “la figura di Giancarlo non è mai apparsa tanto vicina ed attuale: impegno, rispetto e coerenza ideale promanano dalla sua attività professionale e dalla sua vita e sono valori di cui oggi abbiamo bisogno più che mai”.
Nel libro curato dal giornalista Pietro Perone ci sono anche i contributi e i ricordi, anche intimi, dei giornalisti de “Il Mattino” che con Giancarlo ci hanno lavorato come Daniela De Crescenzo (“La rabbia e la giustizia”, Francesco Romanetti (“Quella sera…dolore e coraggio”) e Marilicia Salvia (“Noi due a Castellamare”).
Ma nel libro, come ha raccontato il direttore de “Il Mattino”, Francesco De Core, ci sono soprattutto “gli occhiali di Giancarlo, la sua Mehari verde, la sua macchina per scrivere, il Vomero e Torre Annunziata, Vasco Rossi, la gioia di vivere, la sensibilità nell’analisi e l’accuratezza nei dettagli che ne contraddistinguevano la penna”. Ci sono tutte le sue immagini, per nulla sbiadite, che lo rendono così attuale e così presente a quasi quarant’anni dal suo martirio.
“Ricordare Giancarlo, con il terzo libro consecutivo del Mattino,
a trentasette anni dal martirio e nel quarantennale del movimento
anticamorra – ha evidenziato Perone – è un puntello alla memoria collettiva affinché il coraggio di Siani, come quello dei tanti che all’epoca erano giovani come lui, possa essere di esempio a chi oggi purtroppo vive la stesse terribili paure, soffocato da una criminalità che ha cambiato faccia, forse meno sfacciata di Cutolo ma più potente e ugualmente sanguinaria”.