Giornalisti minacciati 5 aprile 2022
Il primo aprile, dopo approfondite ricerche intorno al villaggio di Huta Mezhyhirska nella regione di Kiev, la polizia ha trovato il corpo senza vita di Maks Levin. Lo scrive Ukrinform citando la testata ucraina per cui Levin lavorava, la LB.ua. Accompagnato da Oleksiy Chernyshov, militare ed ex fotografo, Levin era arrivato a Huta Mezhyhirska il 13 marzo per documentare le conseguenze dell’aggressione russa. I due avevano lasciato l’auto su cui viaggiavano e si erano diretti verso il villaggio di Moshchun. A quel punto però le comunicazioni si erano interrotte.
Maks Levin era nato il 7 luglio 1981 nella regione di Kiev, aveva collaborato con un gran numero di testate internazionali, oltre che ucraine, e la gran parte dei suoi progetti erano dedicati alla guerra in Ucraina. «Ogni fotografo ucraino vuole scattare la foto che fermerà la guerra», usava dire. Si era anche dedicato a diversi progetti a scopo umanitario, legati a organizzazioni internazionali come Oms, Unicef e Osce. Lascia quattro figli piccoli, la compagna e anziani genitori.
«Secondo le prime informazioni, Maks Levin è stato assassinato da soldati delle forze armate russe», dichiara l’Istituto per i mezzi di comunicazione dell’Ucraina, citando la Procura generale dello Stato.
La Federazione internazionale e la Federazione europea dei giornalisti, che nei giorni scorsi avevano denunciato la scomparsa di Levin, si uniscono alle affiliate ucraine, NUJU and IMTUU, nel condannare gli attacchi deliberati ai giornalisti in Ucraina. Maks Levin, riportano i sindacati di categoria, è il settimo giornalista a perdere la vita dall’inizio dell’invasione ad opera dell’esercito russo.