“Chiediamo una scorta mediatica per nostro figlio: abbiamo la necessità di ridare dignità a questo ragazzo morto, ma anche infangato. Noi non abbiamo mai creduto al suicidio. Mario era una persona, non un caso. La verità deve venire fuori”. Così i genitori di Mario Paciolla, il giornalista trovato morto nel suo appartamento di San Vicente del Caguan, in Colombia, il 15 luglio 2020, intervenendo sul palco del Palacongressi di Riccione, in occasione del congresso della Fnsi.
“Troppi sono stati i depistaggi sul suo caso -hanno sottolineato Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla-. L’associazione Articolo21 della Campania ci è stata vicina fin dal primo giorno, ma pochi sono i media nazionali che ne hanno parlato”.
Ricordando l’esistenza di pagine social, petizioni e di un portale per raccogliere segnalazioni anche anonime sulla vicenda (leaks.marioveritas.org), i genitori del giovane giornalista hanno concluso: “La storia di Mario non riguarda solo la sua famiglia e i suoi amici, ma tutta la collettività”.